G. Funakoshi componeva fin da giovane delle poesie, ne calligrafava con notevole arte; egli aveva
scelto come pseudonimo di calligrafo Shoto (fruscio della pineta). II suo paese natale era infatti
dominato dal castello di Shuri, che era prolungato da colline e da monti coperti da foreste di pini.
Questi formano una lunga catena chiamata Kobisan (Monti della coda di tigre).
G. Funakoshi aveva
l'abitudine, in gioventù, di passeggiarvi spesso, di giorno e anche di notte, al chiaro di luna o sotto
le stelle.
Il fruscio dei pini lo accompagnava da allora. Firmando Shoto le sue poesie calligrafate, il
ricordo del canto della pineta lo riportava ai sentimenti dell'infanzia e della giovinezza.
E quando
egli sceglie Shoto come nome del suo dojo di karate, vuole ancora legare l'immagine del fruscio
della pineta alla via che segue nel karate. "Amerei proseguire la via del karate, cosi come la vita,
nella grazia della verità intrinseca alla calma del fruscio dei pini", scrive Funakoshi.
E' nella primavera del l938 che egli affigge l'insegna "Shotokan" (kan significa casa o dojo) davanti
al suo dojo.
Questo nome sarà in seguito utilizzato per designare la sua scuola.
“sull'isola immersa nel sole del sud
caduta dal cielo,
è l'arte della mano nuda,
che mi preoccupa, perché non deve spegnersi.
Chi vorrà farla sopravvivere e fiorire?
Davanti al cielo azzurro io assumo l'impegno.”
(Gichin Funakoshi)